domenica 31 gennaio 2010

Brasile: "non solo calcio e samba"...


Quando si guardano i paesi emergenti, quasi sempre si guarda l’Asia, soprattutto
Cina ed India.

Questo a ragione, perché i risultati di quest’area sono stati stratosferici sia dal punto
di vista borsistico, sia dal punto di vista dell’economia reale.

Il Brasile, che pure non è del tutto trascurato, raramente è però visto allo stesso
modo di Cina ed India. Raramente si pernsa al Brasile come la prossima grande
superpotenza mondiale.

Magari il Brasile non dominerà il mondo, ma i numeri per stare tra i quattro/cinque
paesi più importanti li ha tutti.

Il presidente Lula, molto populista nei discorsi, si è rivelato pragmatico nella realtà
e ha ottenuto risultati degni di nota. Ha sconfitto l’inflazione galoppante degli anni ’80
e ’90, ha creato oltre 5 milioni di posti di lavoro dal 2000 ad oggi e grazie al boom
delle commodity (soprattutto quelle agricole), il paese ha un surplus commerciale
e sta ripagando il suo debito internazionale. Probabilmente, molto presto le sue
obbligazioni diventeranno “investment grade”. La crescita economica, infine,
è oltre il 5% l’anno.

Naturalmente, in termini assoluti, non c’è bisogno di dire che il Brasile è la più grande
economia del Sud america e punto di riferimento per i paesi dell’area.

Non c’è dubbio che esistano anche dei problemi. Il Brasile è corrotto ed ultra-regolato.
Ma gli altri paesi emergenti sono forse diversi. La Russia non ha forse una classe
politica corrotta? L’India non ha forse una burocrazia enorme (forse peggiore di
quella italiana). La Cina non ha un unico partito che può decidere qualsiasi cosa
da un giorno all’altro?

In termini di potenzialità, il Brasile è posizionato benissimo per sfruttare il boom delle
commodity agricole e soprattutto, cosa molto importante in questi tempi incerti, si
trova in un’area isolata dai grandi problemi che coinvolgono il resto del mondo, come
il terrorismo, lo scontro di civiltà, i venti di guerra.

Per tutti questi aspetti, tra i vari emergenti forse il Brasile è quello più a basso rischio.
Infine, come investimento, il Brasile ha registrato un robusto mercato toro sulle azioni
e il mercato immobiliare sta vivendo un autentico boom, con le proprietà che
sono molto ambite dagli investitori internazionali.

Ed anche la sua valuta, il Real, si sta apprezzando non solo contro il dollaro, ma
anche contro l’euro.

Sicuramente la sua Borsa sarà volatile, come tutti gli emergenti. Ma sapendo gestire
il timing e l’aspetto psicologico dell’investimento, i fondamentali sono davvero ottimi.